Domenica 29 giugno e mercoledì 2 luglio il Monsters Fest vedrà a Bomarzo (VT) i live di Lili Refrain e Steve Von Till, chitarrista dei Neurosis.
La rassegna vedrà eventi culturali e musicali e sarà articolata in due sedi: Palazzo Orsini e Park Gelsetti.
L’evento di domenica 29 giugno sarà gratuito, mentre il live di Steve Von Till vedrà la vendita di soli 100 posti a sedere su DICE.
Tutte le info utili su instagram.com/monsters_fest
Domenica 29 giugno a completare la serata di Lili Refrain ci sarà il live di Primitive In The Extreme, Aganoor, Bedsore con un live painting di Welt Yama
Tattoo.

Presso Palazzo Orsini, a partire dalla mattina, si terranno incontri con gli autori Sigfrido H.F. Hobel e Fosci.
Le conversazioni saranno incentrate sui rispettivi percorsi letterari e sulle tematiche affrontate nelle loro opere, con momenti di confronto aperto con il pubblico.
Nel corso della giornata sono inoltre previste sessioni di gioco di ruolo basate sul sistema Dungeons & Dragons, condotte da Alberto Brandi.
Le sessioni saranno rivolte sia a partecipanti esperti che a nuovi interessati, con l’obiettivo di esplorare le potenzialità narrative e collaborative del gioco.
Nella stessa sede sarà allestita una mostra a cura di Project Tuscia e Welt.
L’esposizione presenterà materiali e installazioni legati alla cultura dell’immaginario, con particolare attenzione alla produzione visiva e simbolica contemporanea.

STEVE VON TILL
Steve Von Till è un musicista, autore e insegnante statunitense.
È attivo sulla scena musicale internazionale dalla fine degli anni Ottanta.
Dal 1989 è uno dei membri dei Neurosis, formazione storica del panorama post-metal, con cui ha contribuito in modo significativo all’evoluzione del genere attraverso un approccio sperimentale e contaminazioni di matrice industrial, ambient e doom.
Parallelamente all’attività con i Neurosis, ha avviato un progetto solista incentrato su sonorità folk, ambient e minimaliste.
Ha pubblicato il suo primo album da solista, As the Crow Flies, nel 2000.
Tra i lavori successivi si segnalano A Life Unto Itself (2015) e No Wilderness Deep Enough (2020), quest’ultimo accompagnato dalla raccolta di poesie Harvestman: 23 Untitled Poems and Collected Lyrics.
Con il nome Harvestman ha inoltre sviluppato una produzione musicale autonoma, orientata verso la sperimentazione sonora, con riferimenti alla psichedelia, alla drone music e alle tradizioni musicali europee.
Questo progetto rappresenta una dimensione parallela rispetto alla produzione più cantautorale, con l’utilizzo esteso di strumenti elettronici e processi di manipolazione del suono.
Oltre all’attività musicale, Von Till svolge la professione di insegnante nella scuola pubblica.
Vive e lavora in Idaho.
La sua produzione artistica si distingue per coerenza espressiva e per la continuità nella ricerca di una forma personale di comunicazione sonora e poetica.

LILI REFRAIN
Lili Refrain è un progetto solista nato a Roma nel 2007.
L’artista è attiva come compositrice, performer e polistrumentista.
Utilizza in tempo reale una loop station per sovrapporre voce, chitarra elettrica, percussioni e sintetizzatori, senza ricorrere ad alcuna base preregistrata o supporto informatico.
Il suo percorso musicale si distingue per la fusione di elementi provenienti da generi diversi, tra cui folk minimale, rock psichedelico, doom, blues, metal e musica lirica.
La struttura delle sue composizioni è spesso ciclica e rituale, con un uso esteso della voce in tecniche che includono canto operistico, canto armonico, sussurri e formule ripetitive.
A partire dal 2022 ha integrato strumenti aggiuntivi come il taiko giapponese e sintetizzatori analogici.
Ha pubblicato sei lavori discografici: Lili Refrain (2007), 9 (2010), Kawax (2013), ULU (2020), Mana (2022) e Live in London – Hammersmith Apollo (2024), quest’ultimo registrato dal vivo durante il tour europeo con Heilung.
Lili Refrain ha preso parte a numerosi festival internazionali, tra cui Roadburn (NL), Hellfest (FR), Inferno (NO), Midgardsblot (NO), AmFest (ES) e Desertfest (UK).
Ha aperto i concerti per artisti come Heilung, The Cult e Death Cult, durante i tour europei 2022 e 2023.
La sua attività performativa è riconosciuta per l’uso consapevole del corpo, del suono e dello spazio, con un’impostazione che richiama il rito e la trasformazione simbolica.
Le sue esibizioni, sempre costruite in tempo reale, sono il risultato di una ricerca personale e artistica che unisce elementi musicali, performativi e spirituali.
Attualmente è in tour con una serie di date previste nei principali festival italiani ed europei per l’estate 2025, tra cui Monsters Fest (Italia) e Metal For Emergency (Italia).

BEDSORE
Bedsore è una band italiana attiva dal 2017, con base a Roma.
Il progetto nasce con l’obiettivo di esplorare le intersezioni tra death metal, rock progressivo e musica psichedelica, in un approccio caratterizzato da composizioni articolate, atmosfera surreale e immaginario visionario.
Nel 2020 la band pubblica il primo album Hypnagogic Hallucinations, accolto positivamente dalla critica internazionale per la sua capacità di fondere elementi classici del death metal con strutture prog e ambientazioni oniriche.
Grazie a questa uscita, il gruppo si afferma nel panorama metal underground europeo e statunitense.
Bedsore è attualmente composto da Marco Prati (voce, tastiere), Stefano Allegretti (chitarra), Francesco De Leva (basso), Andrea Papi (chitarra) e Giacomo De Stefano (batteria).
Con Dreaming the Strife for Love, la band consolida la propria identità e rafforza la collaborazione con l’etichetta 20 Buck Spin.
Il disco si sviluppa come un concept ispirato all’Hypnerotomachia Poliphili, testo simbolico del XV secolo.
Attraverso questa chiave narrativa, il gruppo esplora il tema dell’amore come conflitto interiore, dove desiderio e devozione vengono messi alla prova da un processo iniziatico di trasformazione e consapevolezza.
L’impianto sonoro del lavoro richiama elementi del progressive rock degli anni Settanta, rielaborati in una forma contemporanea, arricchita da strutture complesse, cambi di tempo, tessiture atmosferiche e passaggi estremi.
Il risultato è una narrazione musicale che si sviluppa tra visioni oniriche, scenari mistici e simbologie esoteriche.
Dreaming the Strife for Love rappresenta un passo significativo nell’evoluzione della band. La sua architettura compositiva richiama una dimensione narrativa e concettuale articolata, dove l’interazione tra suono e significato costituisce il fulcro dell’opera.

AGANOOR
Aganoor è una formazione doom metal nata a Roma nell’autunno del 2023.
Il progetto prende forma il giorno dell’equinozio d’autunno, data simbolica che sintetizza le coordinate espressive della band: un sound oscuro, stratificato, orientato a una visione musicale rituale e atmosferica.
Fin dalla sua fondazione, Aganoor propone un linguaggio che fonde doom metal, stoner rock, gothic e suggestioni psichedeliche.
Il risultato è una forma musicale lenta, ipnotica e immersiva.
L’opprimente peso sonoro del doom è avvolto da una brezza gotica e intrecciato ai toni retrò dello stoner più crudo.
I riferimenti stilistici principali includono Cathedral, Type O Negative, Danzig, Tiamat e Goatsnake.
Aganoor definisce la propria proposta come “un rituale pesante avvolto nella nebbia sulle rive di un lago”.
Le composizioni evocano visioni simboliche, ambienti crepuscolari e stati percettivi alterati, in un vortice sonoro in continuo movimento.
Il progetto si colloca idealmente tra la fine degli anni Settanta e la metà degli anni Novanta, mantenendo una scrittura contemporanea.
Il 6 giugno 2025 è stato pubblicato Doomerism, album di esordio della band.
Doomerism comprende sei brani originali: “Bury My Soul”, “Icarus”, “Nadir”, “Emerald Lake”, “Morbid Skin” e “Mind Shadowing”.
Due singoli hanno preceduto l’uscita dell’album: “Icarus” e “Emerald Lake”.

PRIMITIVE IN THE EXTREME (PITE)
Primitive In The Extreme (PITE) è un progetto solista attivo dal 2015, dedicato alla produzione di musica elettronica sperimentale nei territori del drone, del doom e del dark ambient.
La sua ricerca sonora si sviluppa attraverso l’uso di sintetizzatori, chitarra elettrica e loop station, in una costruzione stratificata e dilatata del suono.
Tanto nelle esibizioni dal vivo quanto nelle produzioni in studio, il risultato è una musica a sviluppo lento, cinematografica, di carattere pittorico e immateriale.
I brani si articolano in pattern ipnotici, riff reiterati e atmosfere rarefatte, in una forma espressiva che oscilla tra il paesaggio sonoro e l’astrazione.
L’identità sonora di PITE è caratterizzata da una suspense riflessiva e indefinita, in cui l’evoluzione del suono segue traiettorie imprevedibili.
Nel 2025, il progetto celebra dieci anni di attività.
Nel corso di questo decennio ha pubblicato album, EP, singoli e colonne sonore per cortometraggi, e ha condiviso il palco con artisti quali Ufomammut, Deflore, Bologna Violenta, Oval, tra gli altri.
La sua produzione si inserisce nel contesto della musica elettronica sperimentale europea, con particolare attenzione alle estetiche ambientali, post-industriali e noise.