Without Blood There Is No Cause – The Body of Julius Eastman
Il 19 settembre presso il Teatro Cavallerizza di Reggio Emilia, nell’ambito della XVII edizione di Festival Aperto, andrà in scena Without Blood There Is No Cause – The Body of Julius Eastman.
Lo spettacolo è un progetto dedicato a Julius Eastman, compositore e performer afroamericano attivo tra gli anni Settanta e Ottanta, la cui opera ha contribuito in modo rilevante all’evoluzione della musica contemporanea.
La sua produzione, caratterizzata da radicale sperimentazione e da un forte impegno politico, viene qui proposta in forma di oratorio scenico che intreccia musica, voci, video e spazio teatrale.
Il programma ha un carattere inedito e biografico, concepito per restituire al pubblico l’originalità e la potenza del pensiero musicale di Eastman.
Il percorso musicale comprende l’esecuzione di Turtle Dreams (Waltz) di Meredith Monk, rielaborato dal gruppo vocale Sei Ottavi, al quale Eastman partecipò in occasione della prima esecuzione.
Seguono tre lavori di Julius Eastman: Evil Nigger, per quattro pianoforti e quattro voci, Gay Guerrilla, per quattro pianoforti, e Stay on it, per voci, pianoforti, organo e coro.
Attraverso questi brani emergono i temi centrali della sua ricerca artistica: identità, diversità e lotta per i diritti degli oppressi.

Il gruppo vocale Sei Ottavi è formato da Alice Sparti, Germana Di Cara, Simona Trentacoste, Giulia Fassari, Ernesto Marciante, Vincenzo Gannuscio, Massimo Sigillò Massara.
Ai pianoforti Afra Kane, Coraline Parmentier, Moustapha Dembélé, Noah Weber.
Alle tastiere e alla drammaturgia musicale Oscar Pizzo.
La regia e lo spazio scenico sono a cura di Fabio Cherstich.
I video sono realizzati da Francesco Sileo.
Il coordinamento produttivo è di Talìa event planning & design.
Il contributo di Julius Eastman al panorama musicale rimase a lungo marginalizzato.
Negli anni Settanta e Ottanta fu uno dei pochi afroamericani a ottenere riconoscimento nell’ambiente dell’avanguardia newyorkese, affiancando figure come John Cage, Morton Feldman, Philip Glass, Steve Reich e Meredith Monk.
La sua vicenda artistica e personale fu segnata da un forte impegno politico, da una visione radicale della propria identità nera e omosessuale, e da difficoltà esistenziali che lo condussero a una condizione di emarginazione.
Nel 1981 venne sfrattato dal proprio appartamento, perdendo gran parte dei suoi spartiti e materiali musicali.
Morì nel 1990 a Buffalo, dopo anni di precarietà e isolamento.
Oggi la sua opera è riconosciuta come un contributo fondamentale alla nuova musica afroamericana e internazionale.
A proposito della sua arte, Eastman affermò: «Quello che sto cercando di ottenere è essere quello che sono al massimo: nero al massimo, un musicista al massimo e un omosessuale al massimo.
È importante che io impari come essere, con questo intendo accettare tutto di me.
E nel caso della guerriglia, questa parola glorifica il gay… Una guerriglia è qualcuno che in ogni caso sta sacrificando la sua vita per un punto di vista.
E sai, se c’è una causa, e se è una grande causa, coloro che appartengono a quella causa sacrificheranno il loro sangue perché senza sangue non c’è causa».